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Come Fare la Manutenzione di un Argano

L’argano è uno strumento prezioso quando si tratta di sollevare carichi pesanti, spostare materiali su cantieri o manovrare imbarcazioni. Per garantire che l’argano operi in modo sempre efficiente e sicuro, è fondamentale sottoporlo a una regolare manutenzione. Trascurare questa operazione può portare a inconvenienti quali inceppamenti, usura precoce dei componenti, inefficienza in fase di traino, e persino incidenti. Una corretta manutenzione si basa su una serie di operazioni sistematiche, che vanno dall’ispezione visiva dei componenti alla lubrificazione delle parti in movimento, dalla verifica dell’integrità del cavo o della fune fino al controllo dell’impianto elettrico o idraulico, a seconda del tipo di argano. In questa guida vedremo come affrontare ciascuna di queste fasi, con consigli pratici per mantenere l’argano in perfetta forma.

Conoscere il tipo di argano e le sue caratteristiche

Prima di iniziare qualsiasi intervento di manutenzione, è utile sapere di che tipo di argano si dispone. Esistono argani manuali, che sfruttano una manovella azionata a mano, argani elettrici alimentati da corrente domestica o da batterie e argani idraulici che utilizzano la pressione di un circuito idraulico. Ognuno di questi modelli presenta caratteristiche diverse: l’argano manuale ha poche parti meccaniche e richiede meno manutenzione, ma richiede maggiore sforzo fisico; l’argano elettrico offre potenza costante ma richiede controlli periodici all’impianto elettrico e al motore; l’argano idraulico, infine, consente elevate capacità di sollevamento e velocità variabili, ma necessita di ispezioni frequenti sul circuito idraulico e sulle guarnizioni. In ogni caso, la manutenzione di base ruota attorno a tre elementi chiave: la fune o il cavo, il tamburo che lo avvolge e il sistema di trasmissione (ingranaggi, motoriduttori o pompa idraulica). Conoscere il tipo di argano e i suoi componenti specifici consente di applicare le procedure corrette senza rischiare di danneggiare parti delicate.

Sicurezza e preparazione all’intervento

Prima di mettersi all’opera, è indispensabile assicurarsi che l’argano sia spento e scollegato dalla fonte di alimentazione. Nel caso di argani elettrici, staccare la spina o disattivare l’interruttore generale; per quelli a batteria, rimuovere il pacco batterie e isolarne i poli. Se si tratta di un argano idraulico, spegnere la centralina e scaricare eventuale pressione residua nel circuito per evitare colpi d’ariete. Posizionare l’argano su una superficie stabile e assicurarsi che non vi siano carichi sospesi collegati alla fune, poiché un carico in sospensione metterebbe a rischio la sicurezza dell’operatore. Indossare sempre guanti resistenti per proteggersi da tagli sulla fune o sui bordi metallici, occhiali protettivi per difendere gli occhi da eventuali schegge di ruggine o schizzi di lubrificante e, nei modelli a motore, cuffie per ridurre l’esposizione al rumore. Prima di smontare parti, è utile leggere attentamente il manuale d’uso per individuare punti di ingrassaggio, parametri di tensione del motore e sequenza di smontaggio dei componenti principali.

Ispezione della fune o del cavo

Il primo elemento su cui concentrare l’attenzione è la fune metallica o il cavo di acciaio: esso sopporta l’intero carico e, se danneggiato, può causare rotture improvvise. Con la guida visiva, si fa scorrere lentamente la fune avvolta intorno al tamburo, ispezionando ogni metro di lunghezza alla ricerca di segni di scolorimento, corrosione, fili spezzati o contorte anomale. Se l’argano utilizza funi in fibre sintetiche, il controllo riguarda l’eventuale abrasione delle fibre, l’ingiallimento dovuto ai raggi UV o i nodi che possono indebolire la struttura. Anche le maniche di rivestimento vanno esaminate: in corrispondenza dei punti di passaggio su boccole o pulegge, la fune tende a consumarsi più rapidamente. Se si riscontra qualsiasi segno di usura significativa, è consigliabile sostituire la fune intera, seguendo le specifiche del produttore sul tipo di diametro e sulla resistenza alla trazione. La sostituzione di un cavo danneggiato, pur richiedendo un po’ di tempo, è di gran lunga preferibile ai rischi connessi a un cedimento durante il sollevamento di carichi importati.

Controllo del tamburo e delle pulegge

Il tamburo che avvolge la fune rappresenta l’altro elemento critico. Vanno verificate le superfici di contatto per individuare eventuali sassi, schegge di metallo ossidato o abrasioni che possono compromettere la corretta avvolgimento della fune. Girare manualmente il tamburo per osservare se vi siano oscillazioni eccessive, dovute a un allentamento dei cuscinetti o a una deformazione del tamburo stesso. In caso di rumori metallici o cigolii, è consigliabile accertarsi che i cuscinetti siano adeguatamente lubrificati o sostituiti, impedendo così danni ulteriori. Le pulegge, se presenti, vanno controllate per verificare che ruotino liberamente senza attriti con la fune; in caso di segni di usura elevata, si procede alla sostituzione delle boccole e dei cuscinetti interni, assicurandosi di utilizzare ricambi con dimensioni esatte. Un tamburo ben allineato e senza deformazioni garantisce che la fune si avvolga in modo uniforme, evitando incroci o sovrapposizioni che porterebbero a un carico non omogeneo e a un’usura precoce.

Lubrificazione degli ingranaggi e del riduttore

Gli ingranaggi interiori e il riduttore del motore, che trasmettono la forza al tamburo, richiedono un’attenzione particolare. Prima di aprire il carter di protezione, è bene prendere nota della posizione di ogni vite e dei giochi di ingranamento, per rimontare in modo corretto le componenti. Con un panno pulito si togli ogni traccia di polvere, poi si applica un lubrificante specifico per ingranaggi, preferibilmente a base di grasso al litio o al bisolfuro di molibdeno, noto per la sua capacità di ridurre l’attrito in condizioni di carichi pesanti. È importante non esagerare con la quantità di lubrificante, perché un eccesso potrebbe favorire l’accumulo di polvere e particelle metalliche, mentre una quantità insufficiente non garantirebbe la protezione ottimale. Dopo aver spalmato con attenzione il grasso sulle ruote dentate, si ruota manualmente il tamburo per distribuire in modo omogeneo il lubrificante. Se il riduttore è sigillato e non accessibile, basta pulire con un panno asciutto gli eventuali sfiati o prese d’aria per evitare occlusioni.

Verifica del motore elettrico o dell’impianto idraulico

Nei modelli a motore elettrico occorre ispezionare le connessioni elettriche, assicurandosi che i cavi non presentino sfilacciamenti o segni di surriscaldamento. Con un tester si verifica la tensione in ingresso e il corretto funzionamento del relè di avviamento, intervenendo se risulta una tensione irregolare o se il contatto non scatta. È bene anche spolverare il corpo motore con aria compressa, eliminando la polvere depositata sui conduttori. Se l’argano è idraulico, si controlla che le tubazioni non presentino perdite; eventuali gocce di olio vanno tamponate subito, ed è necessario verificare il livello di olio nella pompa trasferendo la macchina su un piano orizzontale e leggendo l’indicatore del serbatoio. Qualora l’olio si presenti torbido o contaminato, si procede alla sostituzione integrale, smaltendo l’olio esausto secondo le norme vigenti. La pompa idraulica va ispezionata per individuare eventuali rumori anomali o vibrazioni eccessive, segno di un’usura interna che potrebbe richiedere la sostituzione di valvole o pistoni.

Controllo del freno e del dispositivo di bloccaggio

Durante la manutenzione non va trascurato il sistema di frenatura, essenziale soprattutto quando l’argano rimane in carico per lungo tempo. Nei modelli manuali è spesso presente un freno a grilletto o a tamburo interno: si verifica che il cavo di comando non sia logoro e che il meccanismo scatti senza attriti. Se necessario, si applica una goccia di lubrificante sulle molle o sui perni di snodo per assicurare un rapido ritorno in posizione di riposo. Nei modelli elettrici, il freno può essere elettromagnetico, e in questo caso si controlla la bobina con un tester per assicurarsi che la resistenza interna sia corretta. Se il freno non trattiene, l’argano potrebbe far scorrere il carico all’indietro, provocando situazioni pericolose. Un dispositivo di blocco complementare, come un cremagliera o un ratchet, va esaminato per assicurare che le dentature non siano consumate e che la leva di blocco si innesti saldamente, interrompendo così qualsiasi scorrimento involontario della fune.

Verifica delle protezioni e delle indicazioni di carico

Molti argani sono dotati di un limitatore di carico automatico, progettato per interrompere il funzionamento quando si supera la portata nominale. È opportuno testare periodicamente questo dispositivo, facendo agire il limite di carico con un peso di prova leggermente superiore al valore massimo consentito, per verificare che intervenga effettivamente la protezione. Se il dispositivo di sblocco fatica a riarmarsi, è probabile che sia contaminato da polvere o ruggine, e sarà necessario smontarlo, pulire la sede dei contatti e lubrificarlo leggermente. Anche il manometro, se presente nei modelli idraulici, deve essere controllato: un manometro guasto che non segnala la pressione corretta rischia di far lavorare l’argano oltre i limiti, danneggiando irreparabilmente la pompa. Le protezioni esterne, come carter o paratie, vanno esaminate per verificare eventuali crepe o deformazioni che potrebbero compromettere l’incolumità dell’operatore. In generale, mantenere in buono stato ogni sistema di indicazione e protezione contribuisce a un’utilizzo più consapevole e sicuro dell’argano.

Rimontaggio e test di funzionamento

Terminati tutti i controlli, si ricompone l’argano, avendo cura di rimontare ogni componente al proprio posto e di stringere a fondo le viti di fissaggio. Prima di ricollegare l’apparecchio alla fonte di alimentazione o di immettere nuovamente pressione nel circuito idraulico, è consigliabile far girare manualmente il tamburo – con la fune scollegata da qualsiasi carico – per assicurarsi che non vi siano inceppamenti o rumori anomali. Dopo aver verificato che tutto scorra liberamente, si può procedere con l’alimentazione elettrica o la pressione idraulica, testando una serie di alzate e abbassamenti con carichi leggeri. Osservare eventuali vibrazioni o rumori, controllare che il freno blocchi correttamente e che la fune si avvolga in modo uniforme. Se l’argano effettua le operazioni senza sforzi eccessivi, è pronto per tornare in servizio in completa sicurezza.

Considerazioni finali sulla manutenzione periodica

Un argano ben mantenuto richiede un check completo almeno una volta ogni sei mesi per chi lo utilizza saltuariamente, mentre in contesti industriali o di cantiere dove lavora intensamente occorre una manutenzione più ravvicinata, anche trimestrale. Oltre alle procedure esposte – pulizia della fune, lubrificazione degli ingranaggi, controllo del motore e del circuito idraulico, verifica del freno e dei dispositivi di sicurezza – è importante annotare ogni intervento su un registro di manutenzione. In questo modo si riesce a monitorare l’usura dei componenti e a programmare la sostituzione delle parti soggette a stress, quali cuscinetti, cavi, filtri dell’olio idraulico e pastiglie dei freni. Con un approccio proattivo e metodico, l’argano rimane sempre efficiente, riducendo drasticamente i tempi di fermo macchina e i costi imprevisti di riparazione. Seguendo questi accorgimenti, ogni operazione di sollevamento o traino si svolge in tutta sicurezza, garantendo durata e affidabilità all’apparecchio.

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